Project Description
GIANLUCA ABBLASIO
— Fino a qui tutto bene —
Oggi in Italia i ragazzi figli di immigrati sono più di un milione, e tre su quattro sono nati qui. A scuola, gli alunni stranieri sono oltre 814mila, per la metà ragazze. (…) Stando all’ultima indagine Istat, il 38% si sente italiano, il 33% straniero e poco più del 29% non è in grado di rispondere.[1] [1] (http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/ 2017/04/06/il-bivio-tra-famiglia-e-amici-delle-seconde- generazioni-316.html)
Inizio questo progetto nel 2016, a Torpignattara dove vivo, un quartiere romano a forte
densità d’immigrazione. Vedere giovani italiani di seconda generazione, ragazzi con
differenti origini, religione, cultura e tratti somatici stringere fortissimi legami, era ai miei
occhi naturale ma anche straordinariamente interessante.
Stiamo vivendo solo ora in Italia un cambiamento nella società che in altre nazioni
europee come la Francia è avvenuto decenni prima.
Il mio lavoro si concentra sull’identità di questi ragazzi, simile a quella di altri teenager
europei e di seconda generazione, ma allo stesso tempo composta di diverse sfumate
specificità.
Le influenze della cultura globale, youtube, MTV, la musica latina, l’hip hop, la musica afro.
Le culture di provenienza, l’Etiopia, il Bangladesh, la Tunisia, la Colombia e così via.
L’Italia e Roma, il Pigneto, Torpignattara, Centocelle, Torre Angela, i quartieri che li hanno
visti crescere.
Tutto questo crea un mix simile ma differente.
Nati in un paese diverso dai loro genitori, sono quotidianamente obbligati a districarsi in un
percorso tra culture per elaborare la loro possibilità di esistenza. In loro convivono molte
storie: le esperienze e gli aneddoti delle famiglie d’origine, legate alla tradizione anche
religiosa dei loro paesi; la vita quotidiana nel nuovo paese, e il riferimento ad altri mondi e
modelli diversi: la musica, la moda, i social; in un rapporto continuo tra desiderio di
appartenenza e di affermazione, aspettative familiari e senso di rivalsa.
Un’identità complessa anche nel suo rapporto con le immagini, tanto sono tutti abituati ad
auto-rappresentarsi tramite foto, a costruire una versione precisa di sé stessi, attraverso
un certo linguaggio corporeo, un’estetica puntuale, precisa, modellata ossessivamente sui
social attraverso i filtri di Instagram.
Il mio lavoro si concentra sulle situazioni quotidiane del gruppo, si interessa alle loro
modalità d’interazione interne ed esterne, in senso fisico, ma anche sociale e psicologico,
in questa fase particolare ed estrema della vita che si gioca tra ingenuità e coraggiosa
invincibilità.
In questi due anni di lavoro ho incontrato ragazzi e ragazze aperti e con un desiderio
sincero di raccontarsi e di essere ascoltati, coscienti di quanto il loro percorso sia stato
differente da quello dei coetanei italiani. Ho voluto far emergere attraverso le immagini la
loro urgenza di mostrarsi, di essere visti come protagonisti consapevoli di un momento di
trasformazione.
BIOGRAFIA
E’ nato Torino nel 1977. Si è laureato in Informatica alla Sapienza di Roma, dove attualmente vive e lavora come web developer. Inizia ad appassionarsi alla fotografia ad Officine Fotografiche dove consolida negli anni la sua formazione nellafotografia documentaria. Ha seguito il master sul fotogiornalismo contemporaneo tenuto da Emiliano Mancuso e quello sul reportage autoriale tenuto da Lina Pallotta. Gli studi ed il confronto con fotografi e photoeditor italiani ed esteri, negli anni gli hanno consentito di comprendere a quali storie fosse realmente interessato a raccontare ed a maturare una propria idea di fotografia.Ha esposto in diverse occasioni in festival di fotografia come Fotoleggendo a Roma, Les Boutographies a Montpellier, Gazebook a Puntasecca e Portfolio Italia a Bibbiena.
Nel 2018 è uno degli studenti alla masterclass annuale della International Summer School of Photography in Lettonia.
Ha pubblicato su testate importanti come National Geographic e CNN.