Project Description
TALES OF INITIATION
Tales of initiation è una fiaba, che come tutte le fiabe nasce quando la protagonista inizia un viaggio alla ricerca di qualcosa di perduto, di una mancanza.
Il mio viaggio è una ricerca nel tempo, avanti e indietro, come in un ciclo perpetuo.
Ho osservato come abbiamo perso il contatto con la dimensione più arcaica e viscerale dell’identità femminile, così legata al corpo ed alle sue manifestazioni. Questa perdita ha spinto le donne alla ricerca di un’identità artefatta, che si deve confrontare con modelli proposti dall’esterno e completamente slegati con le esigenze più autentiche del femminile. In questo lavoro parto dall’idea che fare esperienza del corpo femminile, vuol dire accogliere l’alternarsi delle stagioni e i vari passaggi nella vita di ogni donna.
La serie d’immagini si divide in 5 tempi. Ogni tempo prende in esame un aspetto delle esperienze che ho fatto attraverso il mio corpo nel corso della mia esistenza. Sono momenti legati ai passaggi non solo sociali ed evolutivi ( pubertà, adolescenza, matrimonio, maternità, maturità e invecchiamento), ma sono osservabili proprio attraverso i cambiamenti del mio corpo.
Per poter vivere in modo più autentico ed aderente a chi sono davvero, ho dovuto scontrarmi con le aspettative mie e degli altri sul tipo di donna che dovevo essere. Nella testa ho avuto a lungo un modello femminile rigido e irreale a cui fare riferimento.
Sforzarsi di essere quella che credevo di dover essere, per andare bene a me stessa prima che agli altri, è entrato spesso in guerra con quello che sentivo realmente. Queste due forze di artificio e natura sono sempre dentro di me e combattono.
In questo lavoro mentre guardo me stessa attraverso l’obiettivo fotografico, guardo le altre donne: ascolto cosa pensano, cosa altri dicono loro di desiderare, cosa le donne credono di dover diventare e cosa si convincono di essere.
Ma rimane sempre un angolo scoperto, un’ombra fuori posto.
L’esperienza del corpo, che nelle donne è scandito dal ciclo mestruale, ci racconta di antiche conoscenze ancestrali, dimenticate ormai in questo mondo dove i corpi sono oggetti da trasformare e non più luoghi dove sentire.